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Riflessioni sulla perdita della vista..

  • Dott. Giuseppe Fatigati
  • 13 ott
  • Tempo di lettura: 1 min

Durante un podcast trasmesso dall'American Academy of Ophthalmology, un oculista ed un ingegnere biomedico, entrambi professori universitari, raccontano il loro percorso personale attraverso la perdita della vista, sia dal punto di vista dell'oculista che del paziente. In questo modo condividono le loro lezioni di dolore, negazione e accettazione finale di una diagnosi difficile – in questo caso, retinite pigmentosa – e cosa possono fare i medici per aiutare i loro pazienti ad affrontare questi eventi che cambiano la vita. La retinite pigmentosa (RP) è un gruppo di malattie genetiche rare che colpiscono la retina, la parte dell’occhio responsabile della percezione della luce. È una patologia degenerativa e progressiva, che porta lentamente a una perdita della vista.

Nella retinite pigmentosa, i bastoncelli,che consentono la visione periferica e con scarsa luminosità, degenerano per primi, seguiti poi dai coni che permettono la visione nitida centrale.

I sintomi iniziano solitamente in età giovanile o adolescenza e peggiorano con il tempo:

  • Cecità notturna (difficoltà a vedere al buio)

  • Riduzione del campo visivo (visione tubulare)

  • Abbagliamento o sensibilità alla luce

  • Difficoltà a vedere in ambienti poco illuminati

  • Nelle fasi avanzate: perdita della vista centrale 

Attualmente non esiste una cura definitiva, ma alcune possibilità che aiutano a rallentare la progressione o migliorare la qualità della vita:

  • Vitamina A (in alcuni casi, con controllo medico)

  • Occhiali con filtri protettivi dalla luce UV

  • Ausili visivi elettronici

  • Terapie geniche

  • Impianti retinici (in fase sperimentale)

  • Supporto psicologico e riabilitazione visiva

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